>> sulla scrittura
In questa pagina troverai interessanti approfondimenti sul mondo editoriale, sulla scrittura e su altre curiosità, il tutto condito – com’è nel nostro stile – da una generosa dose di (auto)ironia. Buona lettura!
L’editor, questo sconosciuto
Di cosa si occupa la famigerata figura dell’editor? Perché è utile averne uno? E’ vero o no che a volte si mangia gli scrittori cattivi (o i cattivi scrittori)?
A queste e altre curiosità cercheremo di rispondere di seguito.
1. Un editor non è un critico letterario
Non gli importa nulla di fare a pezzi l’ultimo romanzo appena uscito o al contrario di elargire lodi spropositate in favore dell’ultimo best-seller. L’editor lavora sul testo letterario prima che questo venga pubblicato e il suo compito termina nel momento in cui viene raggiunta la stesura definitiva del manoscritto.
2. Un editor non è un correttore di bozze
Quest’ultimo si occupa della mera correzione degli errori grammaticali, dei refusi e di altri strafalcioni sintattici. L’editor invece – pur non trascurando gli errori di battitura più evidenti – si occupa di migliorare la forma espressiva del testo, i dialoghi, la struttura narrativa e i contenuti al fine di renderlo quanto più godibile e armonioso possibile agli occhi di un ipotetico lettore.
3. Un editor non è Dio
Ciò significa che non si arrogherà mai il diritto né tanto meno la pretesa di stravolgere, modificare o cancellare a proprio piacimento intere sezioni di un testo solo perché trova tali modifiche di suo gusto. Per lo stesso motivo, un editor non è infallibile.
4. Un editor non è un talent scout
Non è quindi alla ricerca dell’autore talentuoso sulle cui vendite arricchirsi: innanzitutto perché se avesse voluto far soldi avrebbe fatto il dentista; in secondo luogo perché di questo si occupano già gli agenti letterari. Ciò che interessa all’editor è aiutare il testo a esprimere al meglio tutte le sue potenzialità, nel pieno rispetto della volontà dell’autore.
5. Un editor non è onnisciente
Per quanto possa essere esperto, professionale e preparato ci saranno sempre specifici settori, testi o argomenti sui quali non sa assolutamente nulla. Un editor onesto non ha problemi ad ammetterlo e a documentarsi su quanto non sa, se il testo lo richiede. Chi non lo ammette forse è convinto di essere Dio (v. punto 3).
1. Un editor è innanzitutto un avido lettore
E non solo o non necessariamente dei grandi classici, ma di qualsiasi testo che possa suscitare il suo interesse o la sua curiosità. Non stupitevi quindi di poterne trovare di incredibilmente competenti sulla potatura dei bonsai o sulla letteratura sudamericana di fine ‘800, se è questo che li appassiona.
2. Un editor è (o è stato) a sua volta uno scrittore
Come tale ama il processo creativo che porta alla stesura definitiva del testo almeno quanto l’autore a cui si affianca. E’ in grado di comprendere tutte le più tipiche difficoltà legate al processo narrativo e trae spunto dalla propria esperienza personale e professionale per consigliare l’autore quando richiesto.
3. Un editor è un esperto conoscitore
… e un sincero estimatore della lingua, tanto dal punto di vista sintattico-grammaticale che da quello lessicale e semantico.
4. Un editor è una sorta di estetista
Considera quindi ogni testo grezzo come un blocco di materiale da levigare, curare e limare al fine di renderlo quanto più appetibile e armonioso possibile. Il tutto nel pieno rispetto dei diritti e dell’opinione dell’autore, che resta l’unico e l’ultimo interlocutore in grado di dare o meno l’ok a eventuali modifiche.
5. Un editor funge talvolta anche da psicologo
Il rapporto epistolare e/o telefonico con l’autore – che nel corso del processo di revisione del testo può durare mesi – porta spesso a galla non solo le fragilità del testo ma anche le nevrosi dell’aspirante scrittore. Deve quindi saper essere un buon mediatore e all’occorrenza munirsi di tappi.